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Come la birra al pane aiuta a combattere lo spreco alimentare

No, non stiamo parlando di pane alla birra, bensì di birra fatta con il pane.

La birra al pane non è una novità, lo sanno i nostri cari amici babilonesi, ma rappresenta oggi l’occasione perfetta per riconvertire risorse alimentari che andrebbero invece sprecate. Come vi avevamo già raccontato, ogni giorno in Italia rimangono invendute 1300 tonnellate di pagnotte. Gli acquisti di pane nel nostro Paese sono scesi a 90 grammi pro-capite e il valore dei panini che vengono cestinati ammonta a circa 120mila euro. I responsabili del problema sono i grandi distributori e non solo, la domanda di pane fresco e caldo e la vasta scelta presente oggi concorrono ad aggravare il problema.

In questo senso risulta sempre più importante il tentativo di allungare il ciclo di vita dei prodotti. Pensare che il 40% del pane prodotto in Europa viene destinato alle discariche in quanto inutilizzato, ci fa capire quanto sia necessaria la promozione di soluzioni alternative. Il principio di economia circolare è quello che ha mosso il team dei giovani ideatori di Ibrida: una birra sostenibile che sostituisce il 30% del malto con il pane secco degli scarti dei panifici della città di Milano. La soluzione creativa nasce nelle classi del PoliMi, in seguito alla richiesta di realizzare una startup a tema sostenibilità.

 

 

Dai primi test casalinghi con un brewer per dare prova del concept, il team è arrivato a stringere accordi con il Birrificio la Ribalta in Bovisa. Il forte legame con i valori e la realtà locale è quello che più risalta nel progetto di Ibrida, grazie al network di legami stretti con birrifici e panifici dei quartieri meneghini.

Come ci ha raccontato Elisa, del team di IBRIDA,  tutto parte in Bovisa e dall’incontro con Davide Longoni, il re della panificazione milanese, che ha portato alla nascita di Ibrida x Chiaravalle, birra al pane di segale prodotta con le rimanenze del Panificio Davide Longoni. Il differente tipo di pane impiegato nel processo permette di ottenere una birra originale, scura, dal sapore differente. L’obiettivo di espandersi in altre aree della città si concretizza nella novità in arrivo di Ibrida x Barona, una Pils leggera realizzata con il pane dei panifici del quartiere sud-milanese, in collaborazione con il Birrificio la Ribalta.

Il focus sulla socialità e l’ambiente appassiona tutti, Ibrida ci racconta come non siano solo i birrifici ad interessarsi al progetto, ma anche panifici intenzionati a convertire diverse produzioni per renderle più sostenibili. La creazione di valore da ciò che andrebbe perso rappresenta il terreno fertile per la nascita di connessioni tra i diversi attori del territorio. Ibrida Milano si propone come aggregatore sociale, in una visione all’insegna della sostenibilità alimentare, che unisce il pane, proprio della tradizione italiana, e la birra, simbolo della socialità.

Un progetto ormai pronto a farsi strada anche nel resto d’Italia, attraverso la creazione di una rete di collaborazioni con panifici e birrifici sul resto del territorio.

 

 

Anche il Parlamento Europeo ha deciso in favore di un approccio circolare che porti ad un taglio degli sprechi, prendendo come punto di riferimento la modalità di riciclo del pane proprio della produzione della bread beer.

L’economia circolare riparta dalla birra

No, la birra con pane non ha sapore di pane. Contrariamente a quanto si possa credere, si tratta di una birra chiara con un elevato contenuto di glutine e un tasso alcolometrico più alto. Dopo la macinatura dei grani il pane viene filtrato nel processo. Riciclata e più alcolica? Un sogno, forse una favola.

La lotta allo spreco è la mission del Brussel Beer Project, che già dal 2013 ha portato sul mercato una birra che vede il pane come principale ingrediente. Il suo nome “Babylone” richiama l’antica ricetta della birra con pane babilonese. Il birrificio in Belgio raccoglie il pane bianco e integrale dei supermercati locali per poi scaldarlo e riportarlo ad una consistenza farinosa, che diventerà la nuova fonte di zucchero per la fermentazione della nuova birra.

In Gran Bretagna, dove si sprecano circa 1 milione di pagnotte al giorno, il birrificio di York “Toast Ale” ha iniziato a produrre la birra grazie agli avanzi dei panifici indipendenti. Finora sono stati prodotti circa 450 mila litri di birra e risparmiati circa due milioni di fette di pane. “Siamo una nazione ossessionata dai sandwich” afferma Toast Ale, “Il cambiamento climatico è reale, e dobbiamo lavorare insieme per rendere questo mondo migliore”. In aggiunta, il ricavato di Toast Ale viene versato a organizzazioni di beneficenza che si occupano di combattere la fame e gli sprechi alimentari.

La birra fatta con gli scarti di pane rappresenta quindi una positiva soluzione e un importante passo verso la riduzione della pressione sull’ambiente. Guardiamo bene ciò che buttiamo nell’umido oggi perché potrà esserci servito al bar domani. Almeno, speriamo.