Biova Beer, il progetto no waste che crea la birra dal pane

Ogni giorno in Italia rimangono invendute 1300 tonnellate di pane. Biova Beer recupera l’invenduto e lo trasforma in birra Premium. 13mila sono i quintali di pane che ogni giorno vanno sprecati. Molto di questo pane rimane invenduto. Ma dagli scarti possiamo generare valore ed è da questa idea che nasce Biova Beer: il progetto di circular economy che trasforma il pane invenduto in birra artigianale, seguendo le ricette tradizionali. Una start up italiana che mira a limitare lo spreco del cibo e l’impatto ambientale che hanno le produzioni e, inevitabilmente, il mancato utilizzo.Sono già 5mila le bottiglie prodotte da 100 chili di pane invenduto.

 

Per ogni cotta di Biova Beer ci sono oltre 100 kg di pane recuperato. 100 kg che permettono di diminuire le materie prime del 30%. 100 kg che, invece di diventare avanzo, tornano ad essere qualcosa di meraviglioso. Biova non è una sola birra. È un progetto che può essere tante birre diverse, fatte con tanti tipi di pane diverso, a cui possono aderire tutte le realtà che hanno a cuore il recupero alimentare come forma di civiltà. Al momento sono due le produzioni attive la Biova Bread Classic, una kolsch style con un tocco imprevedibile di sale, in cui il pane sostituisce dal 30 al 50% il malto d’orzo. Biova Bread Beer San Salvario è, invece, una Golden Ale dalla grande bevibilità, birrificata dal mitico birrificio artigianale Brewfist. Biova Bread Beer San Salvario nasce dal pane invenduto di uno dei quartieri simbolo della città di Torino. I profitti della vendita di Biova San Salvario andranno alla Onlus Celocelo Food, che si occupa di ritirare l’invenduto dai negozi del quartiere e ridistribuirlo in pacchi spesa per le famiglie in difficoltà del quartiere.