Di questo passo ci si vede a Märzen

Un anno senza calcio potrebbe essere uno scenario post-apocalittico terrificante per molti di noi, ma nulla a confronto di un anno senza Oktoberfest. Di questo passo ci si vede a Märzen.

Agli stadi vuoti ci si abitua. In NBA, per esempio, hanno risolto l’imbarazzante silenzio creato dall’assenza di pubblico, trasmettendo durante le partite le vecchie registrazioni dei tifosi. Una scelta al limite del ridicolo, ma necessaria per nascondere le bestemmie dei giocatori o gli insulti alle madri degli arbitri. Una scelta, che se fosse trasportata al campionato italiano di calcio, aprirebbe a un mondo tutto nuovo e oserei dire bellissimo. Ve lo immaginate di guardare la Serie A senza rumori di fondo? Considerato che 40.000 spettatori urlanti non bastavano a coprire la voce soave di Soviero, mentre faceva innamorare milioni di italiani attraverso i microfoni delle telecamere di Tele+, sarebbe veramente un disastro. Oppure una versione explicit del Truman Show. Alla fine, per un eretico del pallone come me, potrebbe diventare uno scenario quasi migliore di quello attuale.

Ma la domanda a questo punto è: si può davvero digitalizzare tutto? Se per il calcio basterebbe in sostanza guardare le partire senza i joystick della play a portata di mano, se no al primo rigore fischiato alla Juventus è un attimo che in preda alla rabbia da Fifa lo si fionda contro lo schermo, per altri eventi sarebbe impossibile. Uno di questi è sicuramente l’Oktoberfest.

Ringrazio la Baviera di non averci provato. La prima edizione dell’Oktoberfest a distanza. Niente più birre, niente più tette, niente più sbronze moleste. Magari ognuno a casa sua con la sua bottiglia di Paulaner, un pacco di brezel salati del Carrefour, una bella playlist di musica bavarese su Spotify e la ricerca su Pornhub “Oktoberfest german beer maids playful dance” nella finestra in incognito di Google.

Ma per fortuna per quest’anno ci dobbiamo accontentare di Netflix e del fatto che qualche Märzen buona si trova anche in Italia.

La Märzenbier che letteralmente significa “Birra di Marzo”, è la birra dell’Oktoberfest per eccellenza. Una lager dorata che a volte si tinge di rosso, molto corposa e leggermente amara. L’origine storica si ritrova in un decreto istituito nel 1553 dal Duca bavarese Alberto V, col quale si proibì la produzione di birra dal 23 aprile al 29 settembre. Il decreto serviva per bloccare la produzione nel periodo più caldo dell’anno, quando, i batteri infettavano le birre e le facevano andare a male molto in fretta. I birrai, di conseguenza, iniziarono a lavorare di più a marzo per produrre abbastanza birra per arrivare all’inverno. Queste birre di marzo erano di solito leggermente più forti di quelle normali e venivano lagerizzate, cioè conservate e maturate a temperature vicine allo zero. Questo procedimento fa in modo che le sostanze come lievito, luppolo, proteine, tannini e sulfuri, si depositino sul fondo, rendendo la birra più limpida, auto filtrata e più morbida nel sapore.

La Märzen divenne uno stile ufficiale di birra soltanto nel 1841, quando il birrificio Spaten di Monaco presentò all’Oktoberfest la prima lager ufficialmente etichettata come Märzenbier. Lo stesso anno, anche il birrificio austriaco Dreher uscì con la Vienna Lager, una birra molto simile alla Märzen. Negli anni seguenti la Märzen divenne uno stile largamente diffuso e, nel 1872 Spaten utilizzò per la prima volta il nome Oktoberfestbier per una Märzen. Addirittura, ancora oggi la Spaten produce in occasione dell’Oktoberfest una birra con la stessa ricetta del 1872.

Siamo sicuri che nonostante la mancata edizione dell’Oktoberfest (non succedeva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale) tutta la Märzen prodotta nel 2020 non andrà sprecata. Ma se proprio volete aiutare a svuotare i barili ai nostri birrai di fiducia, vi consigliamo qualche buona birra da assaggiare.

 

Birrificio del Doge – Marzen

Dorata, dalla schiuma sottile e dai profumi di crosta di pane e miele d’acacia. In bocca il dolce sentore di pane si combina con l’amaro erbaceo del luppolo. Fresca ed equilibrata. Ideale con i piatti della tradizione Bavarese: stinco di maiale al forno, wurstel e crauti. Un’ottima birra in generale con le carni bianche, coi formaggi di media stagionatura e i salumi non speziati.

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BiRen – Renazzenfest

Di colore dorato scuro, corposa e dominata da intense note di miele con un leggero gusto fruttato che ricorda i fichi maturi. Il luppolo rimane in secondo piano, ma le peculiari caratteristiche di leggerezza e di morbida amarezza di questa birra ne lasciano, tuttavia, trapelare la nobile origine. La bassa fermentazione e la lunga maturazione arrotondano l’eleganza di questa Oktoberfest-Märzen ritornata con fierezza alle sue radici italiane.

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Birra Elvo – Marzen

Birra ambrata, bassa fermentazione in stile tedesco. La classica festbier da grandi bevute. I malti dominano la scena con toni caramellati e mielati sapientemente equilibrati da una luppolatura fresca e aromatica.

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