Halloween è quella festa che dovrebbe far paura solo ai bambini e – invece – può spaventare anche quelli più grandi, specie se bevitori. La birra alla zucca, aka pumpkin ale, è per chi beve birra quello che Micheal Myers è per Laurie in Halloween: un luuunghissimo incubo ricorrente con il finale in sospeso. Myers tornerà? La risposta è sì, ogni, santissimo, 31 ottobre.
La storia della pumpkin ale, come tutte le storie in cui bisogna scappare da qualcosa o che riguardano la birra, nasce lontano, agli albori dell’America Coloniale. Vista la penuria di orzo e la difficile conservazione della birra nei mesi necessari per compiere la tratta atlantica per raggiungere il nuovo mondo, i pionieri – in tutti i sensi – cercarono dei sostituti alla classica ricetta di malto, orzo e luppolo, sperimentando ogni tipo di combinazione. La leggenda narra che la scelta ricadde sulla fermentazione della zucca, che piacque così tanto da legarsi saldamente alla tradizione americana. La creazione venne codificata poi nel 1771, quando per la prima volta appare in una ricetta in cui viene ancora definita Pompion, termine di un rozzo e non ben definito francese (sappiamo quindi chi incolpare). Per capire quanto importante divenne la pumpkin ale, variante più economica e insapore rispetto alla birra regolare, basti pensare che George Washington, il primo birraio degli Stati Uniti con poteri politici, produceva la propria scorta personale. Nonostante questi inizi promettenti la produzione di birra alla zucca venne abbandonata non appena furono trovate combinazioni migliori.
Sembrava un buon inizio ma come ogni film horror che si rispetti c’è sempre qualcuno che decide di sfogliare il Necronomicon. Il nostro Scott si chiama Bill Owens che, nel 1985 – quattro anni dopo l’uscita de La casa -, decide di produrre nel suo birrificio Buffalo Bill’s Brewery ad Hayward, in California, la sua personale interpretazione di pumpkin ale, rievocando l’incubo del passato per riportarlo ai giorni nostri. Ispirato da Washington cominciò a coltivare zucche nel proprio giardino, cuocendole poi nel forno da pizza del Buffalo Bill’s e mescolandole poi con il malto. Come dichiarato dallo stesso Owens, però, la birra non sapeva di nulla in particolare, perché lo zucchero nella polpa fermentava come quelli dei tradizionali cereali, senza lasciare traccia della zucca. Tuttavia, il buon Bill, non si è dato per vinto.
Per conferire alla pumpkin ale la giusta dose di zuccosità Owens ha così aggiunto alla cottura una lattina di spezie preconfezionate per ottenere la classica torta di Halloween ottenendo – per l’appunto – la pumpkin ale che conosciamo oggi, più simile a una torta completamente artificiale, quindi con l’aggiunta di noce moscata, zenzero e chiodi di garofano, che alla versione povera della birra alla zucca originale. L’American Original Pumpkin Ale di Buffalo’s Brewing ha così tracciato un solco nella tradizione, ispirando una nuova corrente brassicola. La pumpkin ale, con la ricetta di Owens, supera quindi lo stesso concetto di saison, non dipendendo più la produzione dalla disponibilità della zucca. Motivo per cui nel BJCP, la Bibbia degli stili, le birre alla zucca sotto alla categoria 30A: Spice, Herb or Vegetable Beer e non sotto le specialità o le stagionali.
Nel corso degli anni, lo scarso appeal commerciale l’ha resa una birra prodotta ‘a tempo’, diventando una delle avanguardie degli accostamenti stravaganti. Halloween è diventata l’occasione per sperimentare le tecniche più stravaganti e produrre nuove versioni di pumpkin ale con diversi metodi di utilizzo della zucca: tagliata a mano ed aggiunta al mosto oppure introdotta sotto forma di purea, a crudo, arrostita o in essenza con risultati in grado di creare incontri ravvicinati ben oltre il terzo tipo.
Di cosa sa quindi questa pumpkin ale? Praticamente di nulla. Nella sua versione owensiana (che si tratti di ale, porter, pale ale o stout) riporta al gusto artificiale e dolciastro delle torte americane, nella versione più originale il malto è talmente concentrato da sembrare caramello. Accade, ad esempio, con la Freaky Freaky di Tuff Buzz in collaborazione con Mad Scientist, una barley wine da 13 gradi che impiega la zucca Butternut arrosto.
E l’Italia? Diciamo che è una di quelle volte in cui l’imitazione della ‘cosa’ americana partorisce i cinepanettoni. Qualcosa di simile a quando i bambini vengono a fare dolcetto o scherzetto e tu non hai dolci in casa da dargli. Del resto Halloween è l’unico giorno in cui avere paura è accettato. Alle birre alle zucche quest’anno, però, preferite quelle spaccate.
Fonti e approfondimenti:
https://matadornetwork.com/read/pumpkin-beer-american-history/
http://allaboutbeer.com/article/pumpkin-beer/