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Back to basics: il corso di degustazione di Unionbirrai

Corso degustazione Unionbirrai

Non sono ancora le 21.00 ma già dal pomeriggio del 26 novembre nella chat di Whatsapp del corso di degustazione organizzato da Unionbirrai c’è un certo fervore. È una tempesta di messaggi in cui i nostri nuovi compagni di bancone si chiedono quando arriveranno le box, se faranno in tempo per la prima lezione, cosa ci sarà all’interno e perché alcuni spoiler affermino di aver trovato una Mazapegul senza etichetta. Qualcuno suda freddo. Un test? Una prova?

Prima partiamo dall’inizio. Qualche mese fa, nelle navigazioni infinite a cui ci hanno costretto piccoli e grandi lockdown, abbiamo cominciato a notare sempre più pubblicità e offerte riferite a degustazione e mondo della birra. Un vero miracolo di targeting e previsione di algoritmi che, come ogni pubblicità massiva che si rispetti, ha cominciato a stimolarci e girarci in testa insieme a numerose domande.

Dei corsi di degustazione, in generale, non abbiamo mai saputo come valutarli. Abbiamo amici sommelier, appassionati, che lavorano nel campo o sono ossessionati dal gusto, e questo ci ha fatto sempre sospettare che si trattasse di iniziative riservate e destinate a geeks e fedelissimi. Forse perché la vita è fatta di preamboli e il primo è che siamo di quel partito in cui, almeno nella birra, la pratica viene preferita alla teoria. Che fosse più importante, cioé, mettersi alla prova fra i banconi a due passi da casa e quelli un po’ dappertutto, i barbecue, i luppoli, le esplosioni. C’è stata, ovviamente, una fase di approfondimento, con libri, tentativi andati male di homebrewing e una serie ancora aperta di illuminazioni e ricerche ma, parafrasando un aforisma che il dott. Jackson non ha mai detto, siamo ancora convinti che la prima regola di un buon bevitore di birra è saperla bere. Le cose vanno da sé.

I nostri dubbi si sono volatizzati all’annuncio che, di lì a breve, avremmo ricevuto i materiali di studio, ossia delle birre, ossia tre cartoni interi arrivati via pallet. Questo ci introduce a un secondo preambolo: per la prima volta ci troviamo in un corso in cui bere durante lezione non è più un rischioso passatempo per preparare un esame ma la materia dell’esame stesso, e non può che essere un punto a favore.

Preambolo numero 3. Non siamo in una classe o una taproom ma a casa nostra, per ovvi motivi. Questo non significa aspetti solo negativi e, come ci raccontano i nostri amici nella chat, soprattutto considerando le quattro birre affrontate a ogni lezione.

Quarto e ultimo preambolo, vale più come una massima, una regola basic con cui affrontare ogni corso di degustazione:

Sfrutta le piccole pause e le riflessioni troppo lunghe per fare una pausa e scappare in bagno. Il tuo corpo ha bisogno di riprendersi.

È stato un momento di gioia vera quando a casa ci arrivano le birre dei soci di Unionbirrai, come se fosse già Natale. Tre casse di materiali didattici (non ci scorderemo mai di sottilinearlo) al cui interno trovare alcune delle birre che hanno fatto per certi versi la storia come la Hoppy Wan o rappresentano la nuova wave come Mukkeler, si passa dai nuovissimi come Impavida alle realtà giovani che si affermano di Officine Birrai e Birrificio del Forte, senza dimenticare il carattere sperimentale rappresentato in questo caso dal sour project di Evoqe. Si tratta, insomma, di un vero e proprio tour degustativo lungo la produzione italiana, un’introduzione a quello che è il movimento, come si è evoluto e cosa rappresenta Unionbirrai in questo processo.

Il frigo di cui non potremo fare più a meno

Il corso di degustazione di Unionbirrai si sviluppa su dieci lezioni con temi differenti, dalla storia alle pratiche, dalla produzione alla degustazione pur et dur fino all’accompagnamento con il cibo che, purtroppo viste le distanze, è anche quello fatto in casa. Ogni lezione prevede la bevuta di 4 birre differenti, selezionati in base al gusto, al produttore, allo stile e l’attinenza alla lezione. Si beve per esempio Blanche, Tripel, Quadrupel e Saison durante il viaggio in Belgio, oppure Hells, Pils, Bock e Weisse quando Simonmattia Riva, la leggenda italiana della degustazione, ci narra i luoghi originali. Unica eccezione sarà quella sulla produzione dove Pasquale Ursi, il mastro birraio di Officine Birrai, racconta i passaggi, degustando, direttamente, le birre che produce. Right?

Ci lanciamo allora alla riscoperta, ritorniamo indietro dove tutto è iniziato e dove si è fatta la storia, come quando e perché, avvicendando appunti e sorsate, risate e critiche ma, senza ombra di dubbio, sonni tranquillissimi.

Il primo livello è l’introduzione scolastica al mondo della birra, perfetto quindi per chi vuole fare un primo passo, sia in termini di conoscenza che dal punto di vista degustativo, per apprendere le nozioni, le strutture e i concetti basilari dietro una bevuta. Attraverso attività come queste le persone si avvicinano a una materia dando alle proprie sensazioni un vocabolario, un riferimento storico e di aspettative testandoli sul campo e, cioé, con le bevute, fatto imprescindibile sempre e comunque e senso finale di tutto.

A guidarci in questo viaggio, oltre ai già citati Riva e Ursi, ci sono appassionati, professionisti, sommelier, produttori e referenti di Unionbirrai che raccontano le proprie esperienze e si fermano, ben oltre l’orario di chiusura, a chiacchierare e scambiare pareri. Anche se online, in fondo, nascono le stesse dinamiche della presenza in una classe, i tipi che riconosci sempre nell’ultimo banco, i simpaticoni di metà, i più bravi che riconoscono il sentore di frutta candita e ingredienti mistici che proprio nessuno avvertiva.

Ci vuole il fisico, sotto ogni punto di vista, anche per affrontare i corsi di degustazione. Serve per reggere il ritmo e mantenere alta la concentrazione e non perdere mai di vista l’obiettivo, serve perché è come gli allenamenti di calcetto, due appuntamenti fissi a settimana + la partita del sabato quando finisci, bene o male, a notare in maniera irrazionale sempre più sfumature al bancone.

Dopo 40 birre, infinite versate, bicchieri rovesciati, analisi olfattive, gustative e percentualistiche di carbonazione, impatto di luppolo e malto, riflessioni sul passato e futuro artigianale, possiamo sinceramente affermare che, nonostante il bancone rimanga il miglior insegnante, sarà pur vero che ogni uomo non è un’isola ma sicuramente il palato è una landa personale e ricettiva, che merita di essere affinata il più possibile. Il corso di Unionbirrai ci è servito anche per spiare dall’interno la passione, a volte completamente assorbente, dei personaggi che popolano questo mondo pazzesco.

I birrifici che abbiamo provato, ripreso, assorbito in ordine sparso: La Villana, Mazapegul, Impavida, Evoqe, Brew Gruff, Tarì, Officine Birrai, Mukkeller, A Magara, Birrificio del Forte, Aspide, Ofelia, Argo.

School’s out for drinkers.

 

Per informazioni su corsi, iniziative, come associarsi e scoprire il mondo di Unionbirrai https://www.unionbirrai.it/it/

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