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La nominication ha trasformato il modo di fare team building in Giappone bevendo

nomication birra giappone

Cercavate un modo giusto per il team building aziendale? Forse è arrivato il momento di scoprire la nominication giapponese. Ma partiamo dal principio: a tutti – prima o poi, direttamente o indirettamente – viene raccontato di qualche fatto strampalato legato al Giappone. Ben nutriti fin da piccoli di cartoni animati e sushi all you can eat, tutto ciò che lo riguarda sembra diventare quasi caricaturale: chi non ricorda con un certo affetto le colline impervie dei campi da calcio di Holly e Benji o le prime difficoltà con l’ordine delle vignette nei manga? In questo immaginario condiviso fatto di eroine prosperose, sigle memorabili e indigestioni di california roll si mescolano falsi miti e insolite usanze.

Mentre scrivevo quella parte di tesi che si concentrava proprio sulle abitudini di consumo di birra in Giappone, un giapponese su 5 nel 2019 ha affermato di bere birra tutti i giorni. È in quel momento che il concetto di nominication ha fatto capolino nella mia vita, un neologismo tutto nipponico nato dalla crasi fra il verbo giapponese nomi – bere – e il sostantivo inglese comunication.

La nominication riferisce alla specifica pratica di bere birra, quasi sempre lager in lattina, in compagnia dei propri colleghi e superiori dopo una lunga giornata di lavoro. I giapponesi si affollano, appena timbrato il cartellino, nei locali o partono per un tour degustativo e itinerante, con buona pace delle funzioni epatiche, dei distretti della vita notturna.

Per comprendere bene perché la nominication sia una pratica così apprezzata è sufficiente comprendere la lunghezza di una giornata lavorativa giapponese tipo. Il Paese del Sol Levante vive di contraddizioni ed è proprio sotto le sue stramberie psichedeliche che si cela un’inflessibile cultura del lavoro e di etica collettiva: la spina dorsale di uno sviluppo economico che ha prosperato grazie allo stakanovismo del colletto bianco giapponese a cui la società collettivista ha inculcato l’idea che fare 80 ore di straordinario al mese sia motivo d’orgoglio.

L’idea che c’è dietro al concetto di nominication è creare un senso di appartenenza e sviluppare i rapporti interpersonali. In Giappone, nei contesti sociali più formali – come appunto l’ambiente di lavoro, all’interno dei quali le norme di comportamento verbale (e non) si sprecano – è molto difficile esprimere dissenso o disagio, soprattutto verso i superiori. L’occasione per riunirsi in un ambiente socialmente più rilassato aiuta a fare proprie pratiche di team building che altrimenti riuscirebbero fallimentari in contesti più rigidi. E ovviamente l’alcool è il veicolo attraverso il quale vengono consolidati i legami personali e sociali fra i colleghi, requisito fondamentale per aumentare la cooperazione e la produttività del gruppo.

Ma se volete padroneggiare la raffinata arte della nominication ci sono precise regole a cui attenersi.

 

  1. Al primo giro paga il capo o i superiori, quando non direttamente tutto il conto. Fin qui, tutto bellissimo.
  2. Si invitano tutti quelli dell’ufficio. Sì, proprio tutti. Rifiutarsi di bere è considerato scortese. Dare il pacco non è contemplato: davvero, ci devi andare.
  3. Non ci si versa da bere da soli. Versa da bere al capo – dai, alla fine è quello che paga.
  4. Dimostrarsi apertamente sbronzi è incoraggiato e, in generale, viene visto come un buon segno. Significa che stai legando col gruppo. La prossima canzone che sceglierai al karaoke si rivelerà decisiva per lo scatto di anzianità che stavi aspettando.
  5. È consigliabile scegliere un locale vicino all’ufficio oppure ben collegato coi mezzi: coi soldi risparmiati dal conto ci paghi il taxi.

La nominication, in ultima analisi, è il modo in cui i giapponesi scaricano lo stress della giornata lavorativa e affrontano le non sempre facili dinamiche sociali sul posto di lavoro: bevendo.

La redazione approva.

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