Come saremo fra cento anni? E come sarà la birra nel 2120? È un dubbio lecito che riempie i libri, serie tv e le pellicole di Hollywood da tempo immemore e che, tutto sommato, ci ha fornito migliaia di soluzioni in merito. Archiviate senza troppi patemi gli skateboard volanti di Ritorno al futuro, le Death Race di Paul Bartel e soci, la domanda è rimasta ancora insoluta ma è alla base della nuova linea The Girls del Birrificio della Granda di Lagnasco, nella provincia di Cuneo. Un futuro che non caratterizza solamente gli artwork e le storie immaginifiche e distopiche delle sei birre che compongono la serie, ma si muove come forza propositiva nel ripensare la filosofia stessa del fare birra da parte dei ragazzi della Granda che, dopo oltre dieci anni di attività, si lanciano in una nuova fase del progetto. Di questa decisione ce ne parla direttamente Ivano Astesana, fondatore e mastro birraio del Birrificio:
Il mondo della birra artigianale si evolve ad una velocità incredibile e una nuova generazione di appassionati ha bisogno di nuove risposte. Non si può rimanere uguali a se stessi, perché non sarebbe prova di coerenza bensì di pigrizia. Noi siamo sempre noi, ma ci esprimiamo in modo diverso perché siamo cresciuti e siamo stati stimolati dal mondo che si è evoluto.
Il Birrificio della Granda rientra in un ristretto ventaglio di birrifici italiani indipendenti con uno stile e una filosofia ben definita, sulla quale hanno saputo costruire un percorso notevole e che non si è mai accontentato, ha investito su di sé in maniera coerente e specifica, senza lasciare da parte la passione che ha portato Ivano a dedicarsi alla birrificazione dopo una vita da biologo:
Sono partito nel 2011 con un progetto molto piccolo. Ero da solo e per un paio d’anni mi sono occupato di tutto: le cotte, il confezionamento, la grafica, la birreria…. Ti confesso che ho dormito poco in quel periodo ma mi è servito per poter avere una visione completa di questo mondo e di tutte le sue sfaccettature.
Lontano da un ‘arroccamento’ nel proprio settore – spesso un vizio della birra artigianale italiana – il Birrificio della Granda ha raddoppiato la sua capacità produttiva in pochi anni ed esteso la distribuzione in Italia e all’estero (Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Russia):
Ho cercato fin da subito di sviluppare entrambe le anime della birra artigianale: sia quella più popolare, conviviale e semplice, sia quella di ricerca e creatività. Questo ci ha fatto amare sia dagli appassionati che dai bevitori che arrivavano dal mondo commerciale.
I cambiamenti, però, non sono mai indolore. Ivano ci racconta di questa evoluzione come un passaggio di consegne, virtualmente segnato dal possibile abbandono della produzione della linea Vintage, la prima in assoluto per il birrificio e confermata – per ora – fino al 2020, alle linee di The Girls e Hop 4 The Geeks (di cui No Mask è la capofila), tutte in lattina. Due nuove dimensioni che guardano tanto agli appassionati e agli specialisti con ricette a loro dedicate (H4tG) che ai neofiti di questo mondo. The Girls è quindi un passaggio determinante che riflette la volontà del birrificio di trasformare non solo la propria esperienza come produttori ma, soprattutto, quella dei consumatori. Uno stile che risponde alla necessità di questo mondo di raccontare nuove storie, non necessariamente birrocentriche o legate a un linguaggio classico e spesso esclusivo.
Le ragazze del Birrificio della Granda sono indisciplinate e cyberpunk, ognuna cerca di rivisitare uno stile classico con un approccio moderno e non scontato. Kloe, Sweetch, Aero, Ghosst, Flooke e Kei Os rappresentano la verve che ha sempre contraddistinto Granda, la ricerca di un gusto beverino, di facile accesso e pronto per una nuova fase. Da qualsiasi birra si parta il risultato è sempre lo stesso, una strutturazione giovane e fresca, non troppo complessa ma, tuttavia, fedele al background culturale e agricolo del birrificio.
Tutto nasce intorno alla lattina, ai suoi vantaggi (migliore protezione dalla luce, migliore protezione dall’ossidazione, possibilità di creare un supporto anche artistico a 360°) e ai suoi svantaggi (maggiore delicatezza in fase di riempimento, necessità di un processo produttivo più rigoroso). Quindi le nostre nuove birre esaltano la parte aromatica sfruttando la protezione della lattina, si esprimono con artwork impattanti, sfruttando la lattina come supporto ideale per mostrare il lavoro degli artisti e sono prodotte alzando di molto l’asticella dei controlli analitici durante tutte le fasi produttive.
Quindi come sono queste ragazze? Una scoperta – per chi aveva dubbi – che conquista il palato e non solo. Si parte da Kloe, bionda classica e leggera in cui persistono le note fresche e luppolate. La sorpresa, forse per una questione di mancata abitudine, è Aero, super APA gluten free che si lascia bere senza difetti, classica e beverina con una schiuma arrogante e particolarmente leggera. Sweetch, blanche molto fruttata, e Kei Os, IPA che si esalta con la freschezza d’estate, fanno da antipasto per i colpi di gradazione di Flooke, Amber Ale con una discreta corposità. La testa si fa leggera quando arrivano i fantasmi della Strong Ale in stile belga. 8 gradi di tutto rispetto, quelli di Ghosst, che il sapore amaro non rende scorrevole la bevuta ma sicuramente la presa di coscienza che dopo due sorsi tutto apparirà doppio, l’ideale – nel kit degustazione – è pertanto per un finale esplosivo perché ha un carattere deciso e pieno.
Il viaggio nel futuro della Granda è appena iniziato e non ha dimenticato i suoi capisaldi. Una produzione agricola che cerca di autosostenersi il più possibile, autoproducendo oltre il 70% di orzo utilizzato, limitando le emissioni e investendo nelle risorse del proprio territorio. L’età media sfiora i 24 anni e da qeuest’anno il Birrificio è tra i soci sostenitori dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo:
Nel nostro piccolo continueremo ad investire per crescere, aumentare sempre di più il livello delle birre e comunicarle sempre meglio per farle conoscere a nuove persone. Fare sistema con istituzioni quali l’Università di Scienze Gastronomiche e con altri birrifici è un modo efficacie e anche divertente per creare massa critica e farsi sentire. Ricordiamoci sempre che il nostro non è solo un mercato, ma è un movimento!
Il viaggio nel futuro della Granda è appena iniziato e noi non vediamo l’ora di bere il prossimo capitolo.