La zona del Varesotto, a nord di Milano, è una zona decisamente fortunata per quel che riguarda la penetrazione dei birrifici artigianali sul territorio. Alcuni esistono da sempre mentre altri, più giovani, si stanno affermando o sono in rampa di lancio. È questo il caso del Birrificio dei Laghi, la cui produzione si sta espandendo nel corso degli anni, grazie anche agli sforzi e alle capacità di Michele Poletto il mastro birraio del Birrificio dei Laghi, autore di vere e proprie chicche come la Vasilij, la Russian Imperial Stout della casa.
Insieme alla Russian Imperial Stout, il Birrificio dei Laghi ha una linea di birre artigianali che si basa sul rispetto degli stili, a cui aggiunge innovazione e il tocco personale di Michele, proponendo una accattivante German Pils, una rinfrescante Bière Blanche, una super bomba di Double Ipa e una Belgian Pale Ale.
Abbiamo così deciso di incontrare il Birraio, Michele Poletto, per fare due chiacchiere e farci raccontare qualcosa del suo birrificio, storia, aspettative e scenari futuri.
D: Ciao Michele, quando e come nasce il Birrificio dei Laghi?
Il Birrificio dei Laghi nasce nel quasi lontano 2015, un amico mi ha portato in uno scantinato in cui Nazzareno, uno dei soci, insieme ad altri loschi individui, stava iniziando a produrre birra con l’idea di lanciarsi in un progetto di birrificio. Sono subentrato in qualità di birraio e nell’arco di poco tempo le prime produzioni ci hanno convinto che era il momento giusto per “tentare il passo”.
La produzione vera e propria è iniziata nel 2017 con Eve, la nostra Pils, Mav una double IPA e Vasilij, alle quali, negli anni seguenti, si sono affiancate la nostra BPM (Belgian Pale Ale), Uncle Geppy (English Bitter), Madamina Pautasso (Blanche con scorza di limoni di sicilia) e Bocia (Session IPA).
Nel 2019 siamo stati premiati con la medaglia di bronzo al concorso Birra dell’Anno di Unionbirrai proprio con la BPM, che è diventata probabilmente la nostra birra di maggior successo.
Dallo scorso febbraio abbiamo deciso di “strutturarci” in maniera un po’ più consistente e la società ha accolto 3 nuovi soci: Alberto, Andrea e Fabrizio; che si occupano di questioni amministrative, del packaging e della parte commerciale. L’impianto originale, un 3 tini elettrico da 2.5HL è rimasto, ma abbiamo ampliato la cantina con 2 nuovi fermentatori a doppia cotta, incrementando del 75% la nostra capacità produttiva.
Quali sono gli stili di birra che preferisci? E a quale birra delle tue ti senti più legato?
Non prediligo uno stile di birra in particolare, e nemmeno la tradizione storica di un paese piuttosto che un altro. Penso che le birre, in primis, vadano bevute, per cui la cosa che prediligo in una birra è sicuramente la bevibilità.
Da birraio apprezzo molto il lavoro dei colleghi nelle birre che richiedono una particolare attenzione al bilanciamento (pils e bitter in particolare), ma sono anche molto interessato a ritrovare la stessa attenzione ai particolari in produzioni un po’ più “estreme”, come le luppolate e le stout; senza dimenticare il mondo belga, che come per tanti appassionati della prima ora rappresenta il primo amore.
Non chiedetemi quale delle mie birre ha un legame più forte con me, sarebbe come chiedere a un papà quale dei suoi figli sia il suo preferito!
Come vedi la situazione della birra artigianale in Italia?
La mia opinione a riguardo è cambiata parecchio durante l’ultimo periodo. Siamo passati da un mercato saturo, ma dinamico, in cui sempre più nuove realtà si affacciavano alla ribalta presentando produzioni anche interessanti, dove il mondo dei pub e dei locali anche non prettamente specializzati stava iniziando a diventare sempre più ricettivo (anche se spesso non molto attento alla selezione dei prodotti); ad una realtà da incubo, in cui i principali interlocutori dei birrifici hanno dovuto abbassare la saracinesca per mesi interi, interrompendo la tradizionale filiera.
La cosa positiva di questo periodo, se vogliamo andarla a cercare, è che la comunicazione ed il contatto con il cliente finale sono diventate una piacevole necessità, ma il rovescio della medaglia è stato chiaramente l’accentuarsi delle differenze tra birrifici più grandi e strutturati, pronti a cavalcare l’onda dell’ecommerce, e i birrifici con meno risorse a disposizione, che hanno dovuto arrangiarsi a consegnare personalmente le “derrate di emergenza” ai clienti assetati e rinchiusi in casa.
La sfida sarà la ripartenza, sento veramente il bisogno di bere una birra al bancone chiacchierando con la gente.
Come nascono le tue birre? Sei (generalmente) soddisfatto del risultato?
Ognuna della mie birre nasce da un’idea solitamente già abbastanza definita sin dall’inizio, questa idea si va a concretizzare in un discorso organico, che include il nome della birra, l’etichetta e la birra vera e propria. Ci sono certi momenti in cui “devo” scrivere una ricetta, qualsiasi ora del giorno o della notte sia, poi chiaramente nei giorni o nei mesi successivi vengono fatti aggiustamenti tecnici e la ricetta prende la sua forma.
Solitamente non sono mai completamente soddisfatto alla “prima”, c’è sempre qualche spigolo da levigare, qualche quantità da aggiustare, qualche lieve modifica alla fase fermentativa. Ma alla fine non ci vuole mai troppo tempo per trovare la quadra.
Preferisci sbronzarti con le tue birre o con quelle di altri?
Sinceramente, con quelle degli altri, per 2 validissimi motivi:
1- si trovano sempre molti spunti assaggiando diverse birre, consente di trovare sempre nuovi stimoli e rimanere al passo coi tempi
2- dovessi sbronzarmi con la mia birra ne rimarrebbe veramente poca da destinare alla vendita…
Che obiettivi ti proponi come Birraio?
Mi sento abbastanza ambizioso, il mio obiettivo è dare delle emozioni, comunicare qualcosa a chi le mie birre le beve. Sono molto soddisfatto quando le persone trovano le mie produzioni “riconoscibili”, mi fa capire che riesco a lasciare qualcosa di me nelle birre che faccio.
Come sono i rapporti tra birrai? (Specialmente in una zona come la nostra, dove sono diverse le realtà brassicole)?
In realtà, per quella che è la mia esperienza, siamo tutti colleghi, non abbiamo concorrenti…mi capita diverse volte di chiamare colleghi birrai per avere consigli su questioni in cui sono più esperti di me, e viceversa, mi capita spesso di ricevere richieste su argomenti di cui sono più familiare.
Ovviamente anche in questo mondo, come dappertutto, ci sono simpatie ed antipatie, ma credo proprio che la solidarietà al momento vinca.
Ringraziamo Michele al quale va il nostro in bocca al lupo e ricordiamo che potete trovare e acquistare la produzione del Birrificio dei Laghi qui