Dall’area 51 all’Antico Egitto, cinque notizie assurde sulla birra

Si sa, quando si tratta di birra la fantasia prende il volo, soprattutto quando ne bevi un centinaio. Se la storia dell’uomo sempre ubriaco che produce alcol nel proprio corpo non vi ha soddisfatto del tutto (tanto che vorreste saperne di più), queste sono cinque notizie assurde sulla birra.

 

LA BIRRA DI MARTE

 

 

Se nel futuro dovremo traslocare su Marte per farci perdonare per la questione ambientale è importante attivarsi da subito per portarci una delle creazioni più fondamentali nella storia dell’umanità. Parliamo ovviamente della birra e del nuovo progetto di Budweiser che, in occasione del lancio di Space X, hanno inviato un carico di 20 semi di orzo utilizzato per produrre birra Budweiser che sono state in orbita all’interno della Stazione Spaziale Internazionale per circa trenta giorni, periodo nel corso del quale gli scienziati hanno provato a capire le reazioni alla microgravità e la germinazione. Al termine di questo periodo, sono state reinviate sulla Terra nei laboratori di Budweiser per analizzarle ulteriormente.La data di lancio è stata il 4 dicembre 2018.  L’obiettivo di Budweiser è arrivare oltre l’orbita terrestre, precisamente su Marte. «Cerchiamo sempre di fare passi avanti nell’innovazione — ha dichiarato Ricardo Marques, vice presidente dell’azienda —. Siamo stati ispirati dal sogno americano della conquista di Marte per questo progetto». Ci sarà birra sul pianeta rosso?

RAMSETE IL BIRRAIOLO

 

 

Una notizia vera – quanto incredibile – è la ricerca condotta da un’equipe di scienziati dell’Università Ebraica di Gerusalemme in Israele che, a partire da dei residui di un lievito vecchio 5.000 anni, recuperato da alcune ceramiche utilizzate per produrre birra nei tempi antichi hanno utilizzato dei nanopori presenti nell’argilla per creare la bevanda alcolica più antica di tutti i tempi.
La bevanda non dovrebbe essere uguale al sapore dei tempi del Faraone, visto che sono state usate tecniche e ingredienti moderni. Come sempre però, si è fatta una scoperta scientifica: ovvero che è possibile isolare e analizzare i microrganismi dalle ceramiche antiche. La sua diffusione del resto, risale già ai tempi degli antichi egizi e dei sumeri: proprio una tavoletta rinvenuta in Mesopotamia racconta, in caratteri cuneiformi, di come ai lavoratori venisse corrisposto un salario direttamente in birra. Nell’antico Egitto la produzione era talmente massiccia da richiedere un’organizzazione su ampia scala che arriva fino a oggi. Come dire, magari le piramidi sono state il risultato di una progettazione non del tutto sobria.

LA BIRRA AI TESTICOLI

 

 

Sarà probabilmente la notizia più disgustosa del 2019, almeno nel mondo brewery, ma se il titolo è già tutto un programma la verità è che non ne esiste solo una e non solo di un tipo di organo animale. Testicoli di toro? Perché non quelli di balena? Oppure quella alla testa di maiale. Non andiamo oltre, ci limitiamo a inserire una lista per i più temerari.

  • Un, Kono Kuro (Sankt Gallen), il cui ingrediente non così segreto sono i chicchi di caffè, strappati dallo sterco di elefante fresco.
  • The Sunday Toast (Conwy Brewery), creato con succhi di agnello a cottura lenta.
  • Porter Cochon (Earth Eagle Brewing) abbia una sensazione in bocca meravigliosamente liscia, e questo potrebbe essere grazie al suo ingrediente chiave: la testa di maiale affumicato.
  • Rocky Mountain Oyster Stout (Wynkoop Brewing Co.), realizzato con niente meno che testicoli di tori.
  • Hvalur 2 (Stedji Brewery) utilizza i testicoli, ma questa volta da una balena! Sono affumicati nello sterco di pecora preparato una volta all’anno.

IN BARBA ALLA BIRRA

 

 

La Rouge Beard Beer è saltata agli onori della cronaca per la sua particolare fermentazione. Birra umana in ogni senso, la leggenda narra che la produzione sia nata utilizzando lievito selvatico originariamente coltivato da nove peli della barba appartenenti al brewmaster di Rogue Ales, John Maier. Una ricerca che ha portato a selezionare prima campioni non idonei sono stati prelevati da vari luoghi, incluso il cortile della compagnia a Independence, nell’Oregon, prima che fosse provata la barba del mastro birraio. L’analisi del lievito coltivato dalla barba di Maier ha mostrato che si trattava di una nuova varietà. Insomma una produzione che più fatta in casa non si può, coltivata direttamente sotto al mento del giovane Maier. La birra è tuttora in vendita e potete ancora gustarla, esperienza hipster confirmed.

ALIENS DRINK BUD LIGHT 

 

 

Ancora Budweiser e le sue idee sulla conquista dello spazio. In occasione della fantomatica invasione dell’Area 51 – meme, evento, minaccia alla sicurezza mondiale – Bud ha deciso di offrire una birra a tutti gli alieni che sarebbero scappati dalla zona più offlimits del mondo (seconda forse alla riserva speciale di un mastro birraio). Una trovata pubblicitaria talmente ben riuscita che Bud ha prodotto realmente la birra che è acquistabile tranquillamente dal loro shop. Necessario? Forse per noi no, ma in caso di invasione aliena sappiamo già come accoglierli.