Birra e musica sono sicuramente l’accoppiata più clamorosa e diffusa nel nostro pianeta. Immancabile, cruda e in over gradazione per il metal e hardcore, in cui è benzina per alimentare gli effetti dell’hand banging e rendere il pogo un esercizio spirituale, acido accompagnamento nelle torbide notti jazz di sudore kerouchiana o fresco coinvolgimento nei baretti delle uptown londinesi dove si cambia la storia dell’alternative. Certe volte questi campi così uniti scambiano di posto ed ecco che birrifici più o meno indipendenti uniscono gli sforzi per creare delle birre a un elevato tasso di hype (vedi Metallica e Stone Brewing che abbiamo recensito poco tempo fa). Ad aprire la strada a questo tipo di collaborazioni è stato l’underground più duro e intenso ma, col passare degli anni, questa pratica si è aperta a tutte le realtà conosciute nel mondo non troppo sobrio, sia in maniera stabile, con linee attive da anni, sia per creare delle edizioni da collezione praticamente imperdibili.
Lunga vita al drink ‘n roll.
MOGWAI + SIGNATURE BREW = BEER SATAN
Signature Brew è probabilmente il birrificio re delle collaborazioni con i musicisti e il mondo live in generale, con la linea ufficiale composta da Roadie, Studio Pilsner, Backstage IPA e Nightliner Lager. I due cugini londinesi fondano il proprio birrificio dopo la classica bevuta, cominciando a collaborare con alcuni artisti (dagli Alt-J a Mastodon, Frank Turner, Rodney P, Enter Shikari et al.) finché non incontrano l’ensemble scozzese con cui creano la Beer Satan, ispirata ai 16 minuti del pezzone Mogwai Fear Satan inserito dentro Young Team. L’esito? Una IPA con i tocchi tropicali di mango e ananas, dolce mela per un’Eve che non sa dire di no, trapiantato poi con l’aggiunta di peperoncino. 5.2°% che si alzano durante l’ascolto. Più che alle pentole, occhio alle lattine del diavolo.
WHERE IS MY BEER | PIXIES & ORBIT
Se il Tyler Durden non fosse solo la proiezione dell’introverso e insoddisfatto narratore del Fight Club di Chuck Palahniuk, nei momenti in cui perde la testa forse, invece di creare un club di pestaggio, avrebbe potuto stapparsi una Hey, frutto della collaborazione fra Orbit e Pixies, London IPA ispirata al masterpiece Doolittle. Proprio quell’ermetico esemplare di scimpanzé diventa parte di un’etichetta talmente iconica da finire dappertutto. Alcool al 5.9%, basata sulla classica ricetta del diciannovesimo secolo con due tipi di zucchero. Una versione talmente limitata che ha due regole sottintese, finirla e non parlarne a nessuno.
IMBIRRONI DI SETTEMBRE | MARLENE KUNTZ + BALADIN
C’è spazio anche per il nostro paese, ed è proprio a ritmo di rock ‘n roll che si celebra il sodalizio fra Marlene Kuntz e Baladin. Una APA giallo carico, dalla gradazione strong e una piccata amarezza che si sviluppa fra le note acide de Il Vile, di Festa Mesta, dei MK vecchio stampo che hanno trasformato l’underground italiano. Baladin ci mette il proprio mestiere, confezionando questa APA con l’utilizzo di una speziatura inedita che conversa con il pepe e i luppoli. Sincerità struggente, sotto i colpi della doppia tradizione cuneese, che risponde a colpi di sette gradi e mezzo in 2000 esemplari. L’occasione è meglio è di quelle da non perdere. Noi, del resto, cerchiamo la bellezza ovunque.
DRAGON, UNICORNS & YUM YUMS | FLAMING LIPS + DOGFISH HEAD CRAFT
Prendete un cartone di LSD, distorsioni psych di una delle band più matte del circondario indie, dragonfruit, frutto della passione e carota viola e riuscirete, forse, a interpretare la Dragons & Yum Yums, uscita per il Record Store Day con due brani ispirati proprio alla pazzia dei suoi gusti. Il birrificio del Delaware Dogfish Head Craft e Flaming Lips mettono insieme una collaborazione epica e stralunata che trasforma i sei gradi e mezzo di una classic APA in un mondo impossibile da decifrare, a metà fra un succo alcolico e un trip anni ’60 sulla supercar di Raoul Duke. Nati da un leggendario furto di strumenti in una chiesa di Oklahoma, i ragazzi di Wayne Coyne – padre santone della psichedelia a stelle e strisce – rinnovano l’inno a stravolgere il sacro con una buona dose di distorsioni dalle orecchie al palato.
BEERBUZZ OHIO | THE NATIONAL + MIKKELER
La musica dei National, vedasi l’artwork dell’ultimo album a cui si ispira proprio questa collaborazione, è un’ordinata sequela di sentimenti, algida, come il design e il rigore nordico, espressi dalla caldissima voce di Matt Beringer. Reality Based Pils nasce proprio dalla casa nel buio di Sleep Well Beast, fresca, creata – a detta loro – per il momento alla fine di un concerto, in cui per rinfrescare la voce si fa necessaria una bevuta tradizionale, senza pensieri. Nata dal denso rapporto della band con la Danimarca, la Reality Base non si distingue dalle chiare della linea tradizionale di Mikkeler, microbirrificio di Copenaghen con un catalogo a prova di hip, se non per il suo gusto glaciale e un artwork tutto da scoprire.