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Beer A Love Story è il documentario sul mondo della birra artigianale di cui avevamo bisogno

Dai cervi di Fort Collins, sulle colline del Colorado, a Lambeek dove scorre il fiume sacro che rende possibile il miracolo della fermentazione spontanea,  dalle montagne dell’Austria più rurale fino ai docks di Manchester, dalla Pennsylvania e all’Italia, in Beer A Love Story, il documentario realizzato da Friedrich Moser e disponibile su Vimeo, a essere raccontate sono la passione e le storie alla base delle realtà della birra artigianale di tutto il mondo. Quella profondissima ricerca di gusto, fra la filosofia e la tecnica, che disegna un poetico fil rouge che unisce realtà profondamente diverse per stili, abitudini e retaggio in ogni angolo del mondo.

Beer A Love Story riesce, forse per la prima volta, a raccontare nei termini più vicini alla realtà il mondo della birra artigianale indagando direttamente alcuni dei luoghi e dei protagonisti attraverso cui tutto questo accade. Non solo, quindi, i mastri birrai e i visionari che hanno dato una direzione ben precisa attraverso idee e produzioni, ma anche tutte le persone che ne hanno reso possibile la realizzazione, gli agricoltori che ricostruiscono le origini dei grani antichi, i publican che girano birrificio dopo birrificio alla ricerca delle ultime produzioni, gli organizzatori degli eventi e gli appassionati che ne permettono ogni giorno la scoperta e la diffusione.

Quella sera il barista si è unito a noi e a un certo punto ci siamo chiesti: qual era il film sulla birra che ogni appassionato avrebbe dovuto vedere? Un appassionato di vino ti direbbe, senza riflettere, Mondovino. Ma un appassionato di birra?

I narratori del viaggio del documentario di Beer A Love Story sono, a loro modo, alcuni dei personaggi che hanno contribuito a scriverne la storia più recente. C’è Peter Bouckaert che, dal Belgio, ha fatto le fortune di New Belgium Brewing Company negli Stati Uniti introducendo la pratica della produzione in botte e ora continua a sperimentare come Purpose Brewing and Cellars, c’è la nuova generazione di produttori europea rappresentata da Christoph Bichler del birrificio montanaro Bierol, due realtà talmente diverse e lontane che si ricongiungono magicamente in un campo sterminato di luppoli, proprio dove tutto ha inizio. C’è Steve Hindy di Brooklyn Brewery e la nascita del crafting americano che ha fatto risorgere i quartieri downtown, c’è Julia Herz che, con un lavoro alla CNN, insieme alla sua ragazza abbandona tutto e comincia a viaggiare e oggi è Program Director alla Brewers Association, poi via via tutto il mondo indipendente, piccolo e grande che, a suo modo, continua a lasciare un’impronta nel mondo artigianale. L’Austria della tradizione di Ottakringer BrauereiStiegl, il Belgio magico di Boon e Orval e le cantine del De Grote Dorst e, infine l’Italia, con l’Arrogant Sour Festival e le campagne di Reggio Emilia in cui si riscoprono le antiche colture.

 

 

La necessità di creare un documentario vero e proprio sulla birra, che potesse raccontarne davvero, con una struttura e una connotazione estetica, alcuni dei suoi protagonisti e un assaggio di ciò che è, è un tema che ricorre spesso nelle parole di Friedrich Moser, il regista del documentario, quando ci troviamo a parlarne. Friedrich ‘Fritz’ Moser, oltre a Beer A Love Story è un premiato regista di più di venti documentari distribuiti in tutto il mondo ed è, prima di tutto, un cultore di birra artigianale. È proprio lui a raccontarci come nasce il documentario e perché.

Dove tutto è cominciato

 

«L’idea di Beer A Love Story è nata, inevitabilmente, in un pub. Era una piovosa domenica pomeriggio all’inizio di giugno 2017 durante lo Sheffield Documentary Film Festival quando ho incontrato il mio amico Maarten Schmidt, un produttore cinematografico belga. Dovevamo parlare della sua ultima produzione e ci siamo trovati ad assaggiare quello che c’era alla spina del Rutland Arms Pub e la nostra conversazione ha iniziato a spostarsi sulla birra, gli stili, i luppoli e la rivoluzione che ha trasformato gli Stati Uniti. Poi il barista si è unito a noi e a un certo punto ci siamo chiesti: qual era il film sulla birra che ogni appassionato avrebbe dovuto vedere? Un appassionato di vino ti direbbe, senza riflettere, Mondovino. Ma un appassionato di birra?

L’idea è nata così ma, in poco tempo, ci siamo trovati davanti alla domanda su come metterla in pratica. Esistono più di 100 stili di birra, migliaia di birrifici, come si fa a mettere tutto questo in un solo documentario? Abbiamo deciso di restringere il tutto a una manciata di protagonisti che ci guidassero attraverso le loro storie attraverso gli elemento fondamentali: malto, luppolo, lievito, poi gli stili di birra,  la stretta connessione tra Europa e America. Le tradizioni e la rottura. Grande contro piccolo. Nuovi birrai e leggende della birra.

Per me è stato chiaro fin dall’inizio, Christoph Bichler di Bierol era la persona giusta per raccontare le nuove direzioni della birra artigianale. Julia Herz era la persona giusta per raccontarci gli Stati Uniti e il mondo indipendente e doveva essere nel film. Così abbiamo iniziato le riprese a marzo 2018. A giugno stavamo girando alla conferenza Brewers of Europe a Bruxelles. È stata la prima grande conferenza che ha riunito l’intero mondo della birra europea ed è iniziata con il discorso di un americano: Steve Hindy di Brooklyn Brewery. Quando ha raccontato la sua storia, Maarten e io siamo rimasti semplicemente sbalorditi, perché era una storia fantastica. Abbiamo subito deciso che doveva essere parte di Beer A Love Story.

La sera prima della conferenza, c’è stato un ricevimento al bellissimo municipio di Bruxelles, stavo cercando di ottenere delle belle immagini della festa con la macchina fotografica mentre Maarten cercava di fare conoscenze interessanti e, improvvisamente, ci siamo ritrovati a parlare con un ragazzo molto interessate che Maarten aveva appena conosciuto. Era Peter Bouckaert, un mastro birraio belga che si era trasferito negli Stati Uniti negli anni ’90. Non sapevamo ancora che si trattava di una leggenda vivente nella scena della birra artigianale degli Stati Uniti, così gli abbiamo chiesto di partecipare e, lui, ha accettato.

Con questi quattro protagonisti – Chris, Julia, Steve e Peter – sapevamo di poter arrivare a qualsiasi argomento nel mondo della birra attraverso le loro storie personali. E, così, è nato Beer A Love Story».

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Un mondo da scoprire

 

«Beer A Love Story è il documentario che mi ha divertito di più durante la sua realizzazione. Abbiamo incontrato persone incredibile ed è stato un viaggio in alcuni dei migliori e più eccitanti birrifici del mondo: da Orval in Belgio al New Belgium in Colorado, dal birrificio sperimentale Stiegl a Wildshut vicino a Salisburgo al birrificio Boon, da Bierol in Tirolo a Cloudwater a Manchester. Dal Regno Unito al birrificio Hudson Valley, un’ora fuori New York. Anche se ero già appassionato, ciò che mi ha davvero colpito durante le riprese del film, sono state le birre acide. Lambic, Geuze, Saison, Fruit Bieres e via via.

La domanda che mi sono posto era qual è il paese con il movimento artigianale più interessante al mondo? E la risposta di tutti gli esperti è stata: l’Italia.

Non potevo crederci. Avevo vissuto in Italia, in provincia di Bolzano, in alta montagna in un piccolo paese tra il 1998 e il 2010 e se ripenso alla birra di quei giorni, l’Alto Adige era considerato la terra della Forst e per me, come austriaco, una Forst era semplicemente imbevibile. Poi mi ricordavo delle Becks o delle Warsteiner come alternative, che per me erano ugualmente imbevibili. Ma l’Alto Adige è una regione vinicola fantastica e mentre ci vivevo ero diventato un amante dei grandi vini.

D’altra parte, pensando alla straordinaria cultura del vino che ha l’Italia, la risposta degli esperti di birra mentre giravo il film ha iniziato ad avere un senso per me. Se riesci a trasferire le competenze e l’esperienza dalla produzione di grandi vini al campo della birra, perché non dovresti fare ottime birre? Da quando ho girato il film ho bevuto delle ottime birre italiane, ma sono molto difficili da trovare in Austria. La più facile da trovare è Birra Del Borgo ma, attraverso pionieri di birre italiane come il pub Tribaun di Innsbruck o l’Ammutsøn Craft Beer Dive di Vienna, è possibile mettere le mani anche su birre italiane t meno conosciute in Austria, come quelle del Birrificio Rethia o di Ca’ del Brado che mi hanno spinto a indagare e indagare.»

 

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Ritornare alle origini

 

«La birra è stato uno dei primi prodotti alimentari a essere industrializzato. E l’industria, per funzionare bene, ha bisogno di un’economia di scala. Un’economia di scala richiede concentrazione del mercato. La birra artigianale è l’antitesi completa e la risposta a tutto questo. Non si tratta di come rendere il tuo prodotto più economico per ottenere guadagni maggiori, ma di come puoi migliorare il tuo prodotto. Pertanto penso che la birra artigianale sia un veicolo perfetto per promuovere quel cambiamento. La birra artigianale è ciò che rende sexy l’idea e il movimento di Slow Food. Non è che l’idea di tornare all’artigianato sia nuova. La novità della birra artigianale è che tutti possono farne parte – in modo sexy, accattivante, funky ed eccitante.

Penso che dovremmo ristabilire l’artigianato come obiettivo nella nostra economia. È un prerequisito per la sostenibilità. Dobbiamo abbandonare l’adorazione della quantità e tornare all’adorazione della qualità.

Se mi dovessero chiedere quali sono state le birre migliori che ho bevuto mentre giravo Beer A Love Story non saprei quale scegliere. Un’esperienza davvero straordinaria è stata bere le birre di Cloudwater proprio al birrificio, a Manchester, nel Regno Unito, a 5 minuti a piedi dalla stazione di Manchester Piccadilly. I ragazzi di Cloudwater sono dei veri maestri nel produrre birre luppolate, IPA e così via. E la cosa fondamentale delle birre luppolate è berle il più fresche possibile, perché gli aromi del luppolo sono così fugaci. Bere le loro IPA direttamente in sede non ha eguali. La seconda cosa che mi ha davvero colpito è stata l’Urbier di Stiegl, prodotta secondo una ricetta vecchia di 4.000 anni. Una ricetta di un tempo prima dell’antica Roma e dell’antica Grecia, prima che Omero scrivesse l’Iliade, prima ancora che avessimo la scrittura in Europa. Devi lasciarti penetrare da questa storia mentre la bevi per sentire la forza di questa immensa storia. La terza è stata provare le birre in lavorazione, durante le diverse fasi del loro processo di maturazione in diversi birrifici. Questo era davvero il più vicino possibile al processo creativo che è la birra. La birra infatti è un’arte. Un’arte che puoi bere».

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Beer A Love Story è il documentario di Friedrich Moser su una parte del mondo della birra artigianale che ne racconta finalmente tutta la passione, l’estetica, la poesia. Forse non è tutto ma è quello di cui avevamo bisogno.

Puoi guardare Beer A Love Storycon i sottotitoli in italiano, qui.